Allergie e intolleranze alimentari. Tutto ciò che non puoi non sapere.

Allergie e intolleranze alimentari. Tutto ciò che non puoi non sapere.

Allergie e intolleranze, facciamo chiarezza.

Allergie e intolleranze alimentari sono tra i problemi di competenza medica più attuali per le loro ripercussioni sulla salute (e il portafoglio) dei nostri pazienti.

La nostra cultura, locale e non, porta spesso ad incolpare a priori il cibo – ossia ciò che di estraneo fisicamente introduciamo nel nostro corpo – per i più svariati tipi di malessere che sperimentiamo. Quante volte avrete sentito vostra nonna dirvi: “Ta arè majat vargòt che al ta’ fat mal!”

Nonne a parte, esiste davvero un’importante dispercezione del problema, che porta la ridotta percentuale reale di popolazione colpita da queste patologie a sembrare molto più ingente.

Disinformazione veicolata dai media finalizzata alla di esami e prodotti commerciali sempre più diffusi e costosi, nonché scarsa disponibilità di informazioni chiare ed esaustive, portano molte persone ad autodiagnosticarsi allergie/intolleranze nei confronti di determinati alimenti o addirittura interi gruppi alimentari, con la pericolosa conseguenza di escludere dalla propria dieta nutrienti molto importanti.

Differenza tra allergia e intolleranza alimentare

E’ importante capire la differenza sostanziale tra il termine “allergia” e il termine “intolleranza”.

1. Allergia

L’allergia è una manifestazione corporea mediata da specifici anticorpi rivolti contro una specifica proteina, chiamata comunemente “allergene”. Si manifesta con chiari sintomi, che compaiono dopo breve tempo (da pochi minuti a 4 ore) dall’assunzione dell’alimento contenente l’allergene e soprattutto si manifestano sempre, ad ogni assunzione di quel particolare alimento. E’ importante saper riconoscere l’allergia alimentare perché può assumere diversi gradi di intensità e risultare, in una piccola percentuale di casi, anche molto pericolosa.

Ecco quali sono i sintomi di una allergia alimentare

Allergia alimentare arachidi

I sintomi chiave delle allergie alimentari sono:

  • Orticaria e angioedema: macchie rosse e in rilievo sulla pelle, pruriginose (orticaria) con associato eventuale gonfiore ingravescente (angioedema) delle parti entrate in contatto con l’allergene (labbra, lingua, cavo orale). L’edema può diventare in rari casi pericoloso quando riguarda i tessuti della glottide, la struttura che ci permette di deglutire senza far finire nelle vie aeree il cibo che inghiottiamo. Se infatti la glottide si gonfia può causare restrizione delle vie aeree stesse procurando sintomi quali senso di nodo in gola con prurito alla base della lingua fino a vera e propria difficoltà a respirare (soprattutto nei bambini).
  • Sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea, crampi dolorosi, ecc.);
  • Asma associata a volte anche ad oculo-rinite con frequenti starnuti ed arrossamento oculare;
  • Shock anafilattico: in una bassissima percentuale di casi si può andare incontro ad anafilassi, la forma più grave di allergia, che può portare a quadri di instabilità emodinamica anche gravi e richiede immediato ricorso a cure mediche.

I sintomi delle allergie alimentari sono quindi rapidi e fugaci, non cronicizzano e hanno una facile e diretta correlazione con l’ingestione di un determinato alimento.

Sono disponibili esami di approfondimento per la diagnosi delle allergie che vanno richiesti dal vostro medico o dal medico specialista allergologo dopo un’accurata anamnesi. I principali sono gli esami di laboratorio che ricercano la presenza degli anticorpi specifici (RAST) e i test da effettuarsi sul braccio del paziente con gli alimenti cotti e crudi (prick test). I risultati di questi esami vanno sempre interpretati dal medico.

2. Intolleranza

Le “intolleranze” sono un’entità medica più complessa e difficile da gestire rispetto alle allergie. Sono meno pericolose, non comportano rischi immediati, hanno però effetti importanti sulla qualità di vita dei pazienti nel lungo periodo.

Innanzitutto i sintomi di un’intolleranza non insorgono direttamente dopo l’ingestione del cibo in questione, ma hanno una latenza che può arrivare fino a 72 ore. Sono sintomi vari e sfumati, che riguardano per lo più il tratto gastrointestinale: difficoltà digestive, gonfiore, meteorismo, alterazione della consistenza delle feci, dolore addominale. 

Se i sintomi delle allergie erano rapidi e fugaci, nelle intolleranze ci troviamo di fronte a sintomi che tendono a cronicizzare. Inoltre le manifestazioni corporee delle intolleranze si correlano con la quantità di alimento che si consuma, quindi non sempre si presentano (cosa che invece accade con regolarità nelle allergie).

Si possono diagnosticare le intolleranze?

Come medici vi assicuriamo che attualmente non esiste alcun tipo di esame di laboratorio capace di diagnosticare intolleranze alimentari. Tutti i test che vengono proposti attualmente per la ricerca delle intolleranze non sono in alcun modo validati scientificamente e portano spesso ad escludere dalla propria dieta alimenti che non solo non ci fanno male, ma anzi sono ricchi di nutrienti importanti.

Le uniche intolleranze diagnosticabili con esami di laboratorio attualmente sono tre:

  • Intolleranza al lattosio: il lattosio è lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati. L’intolleranza è causata da un deficit di lattasi, l’enzima che “digerisce” il lattosio. Si può diagnosticare tramite breath test che si esegue soffiando in un tubicino per un certo numero di volte a intervalli precisi dopo aver ingerito una soluzione ad alta concentrazioni di lattosio. Questo test può essere prescritto dal vostro medico a seguito degli indizi raccolti dalla vostra storia clinica.
  • Intolleranza ai solfiti: i solfiti sono sostanze sempre presenti nel vino (prodotti della fermentazione alcolica) oppure possono essere aggiunti come conservanti in vari alimenti (vino, frutta candita, alimenti a lunga conservazione o contenenti sciroppo di glucosio). Può essere diagnosticata tramite patch test (cerotto applicato alla cute). E’ una intolleranza di interesse allergologico, presentandosi a cavallo tra le due entità. E’ correlata alla quantità di alimento introdotto, ma presenta sintomi più simili a quelli di una allergia (rinite, arrossamento, broncospasmo, asma).
  • Intolleranza al glutine: la forma più grave di intolleranza al glutine è la celiachia, che assume connotazioni del tutto particolari e di cui non stiamo a discutere in questa sede. La celiachia comunque può essere esclusa tramite esami di laboratorio su prelievo di sangue. Una volta esclusa la celiachia rimane comunque la possibilità di poter soffrire di una intolleranza al glutine non celiaca. Questa può essere verificata solamente con un tentativo di dieta di esclusione, per un tempo limitato e sotto controllo medico.

Per individuare eventuali intolleranze un buon consiglio è quello di evitare di farsi lusingare da esami di laboratorio non efficaci, che non mantengono le promesse e sono molto costosi, per poi addentrarsi nella selva selvaggia dei prodotti “senza”, anch’essi molto costosi e magari non validi al fine della gestione dei sintomi. Tenete invece un diario alimentare e fatelo valutare al vostro medico, così che sappia consigliarvi se e come proseguire su un percorso scientificamente valido.

Tiriamo le somme

Che siano intolleranze o che siano allergie è infine indispensabile sviluppare un certo tipo di sensibilità per quanto riguarda la difficoltà di chi, presentando questo tipo di dinamiche patologiche, oltre al discomfort e alla riduzione della qualità della propria vita causati dai sintomi sopraelencati, si vede costretto ad apportare modifiche sostanziali alla propria dieta. Modificare la propria alimentazione comporta rinunce considerevoli che hanno risvolti anche sulla vita sociale del soggetto e sulla sua libertà di spostarsi, viaggiare, o banalmente accettare un invito a cena.  Ricordiamoci che ognuno di noi mangia almeno tre volte al giorno, e nutrirsi non è un’attività meramente di sopravvivenza ma coinvolge numerosi aspetti psicologici ed emotivi da non sottovalutare.

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